Seconda ed ultima parte  

 

Spunti ed informazioni desunti da:

 

“Suez. La costruzione del canale marittimo fra Occidente e Oriente”

di Pompeo De Angelis edito da Kion Editrice nel 2019

                                                      e

“Giornale di viaggio in Egitto e inaugurazione del Canale di Suez”

 di Morra Di Lavriano edito da Geodia Edizioni Internazionali nel 1995

 

 

     I lavori per la realizzazione del canale.

 

   Tra dubbi, contrarietà soprattutto da parte dell’Inghilterra, sospensioni, lungaggini ed incertezze sollevate dalla Sublime Porta (espressione questa derivata dalla porta storica del palazzo imperiale Topkapi di Istanbul sede del Gran Visir capo dell’Impero ottomano) i lavori per la realizzazione del canale durarono oltre dieci anni a partire dalla fine degli anni ‘50. Ma le trattative, le riunioni internazionali, l’esame e le discussioni dei progetti iniziarono già negli anni ‘40.

    L’ inizio dei lavori avvenne reclutando masse di fellah (contadini) che popolavano i villaggi del Basso Egitto più un certo numero di operai filistei dalla Palestina che, questi ultimi, non dovevano sospendere l ‘ attività lavorativa durante il periodo del Ramadan. In tutto oltre 10.000 operai che dotati di semplici zappe dovevano rimuovere la sabbia e trasportarla in cesti sulle spalle per predisporre l’alveo per le draghe subacquee.

    Poi gradualmente si aggiunsero lavoratori di più alto livello e subentrò l’utilizzo di macchinari più moderni e di elevata tecnologia provenienti da diversi Paesi europei. Molto utilizzo fu fatto di esplosivi per liberarsi di rocce che ostruivano il passaggio. Un grave inconveniente fu la scarsezza/mancanza di acqua che veniva trasportata giornalmente dai cammelli ciascuno dei quali poteva portarne una quantità necessaria per approvvigionare una quarantina di operai. 

     Il canale previde due tratte rispettivamente a nord e a sud dei Laghi Amari e questi ultimi a seguito dei lavori si riempirono

     di acqua marina raggiungendo i 13 metri di profondità.

     Al termine dei lavori il canale misurava 162 km. di lunghezza, 8 m. di profondità, 53 m. di larghezza.

 

•   Dopo l’inaugurazione del 17 novembre 1869 (v. punto successivo) il canale divenne operativo e fu traversato da: 1 nave in novembre, 9 in dicembre, 16 in gennaio, 28 in febbraio, 52 in marzo.

     Ai nostri giorni il canale rappresenta una enorme fonte di reddito per l’Egitto. A seguito dei lavori di allargamento del 2010 oggi il canale misura 193 km. di lunghezza, 24 m. di profondità, 205/225 m. di larghezza.

     Oggi nel canale transitano in media 78 navi al giorno.

 

•   L’inaugurazione. Dopo diverse ipotesi l’inaugurazione del canale fu definitivamente fissata per il 17 novembre 1869. Era un mercoledì.

    Fino all’ ultimo momento insorsero non poche difficoltà come quella verificatasi quindici giorni prima dell’evento quando gli ingegneri scoprirono che uno spuntone di roccia della larghezza di cinque metri era emerso dal limo del canale, spuntone che limitava il passaggio navigabile a soli tre metri di profondità e che le ganasce delle draghe non riuscivano a demolire. Per risolvere il problema si ricorse ad una gran quantità di esplosivo.

    Ismail Pascià nel frattempo iniziò a predisporre gli inviti di partecipazione all’ inaugurazione da inviare ai sovrani di molte Nazioni, ma grande fu il suo disappunto quando riceve’ una lettera dalla Sovrana Porta a firma del Visir Aali’ Pascià che gli intimava di non firmare gli inviti in quanto rivestendo lui la carica di Khedive’ - viceré- era di rango inferiore ai sovrani che intendeva invitare. Ismail Pascià non se la sentì di disubbidire al Visir e la soluzione fu quella di far partire gli inviti dalla imperatrice di Francia, Eugenia di Montijo moglie di Napoleone III, considerato che la Francia era la Nazione che aveva investito nell’ operazione Suez più capitali di qualsiasi altra Nazione e considerato anche che la Francia era la Patria di Ferdinand de Lesseps il vero artefice della realizzazione del canale.

    Un altro disappunto pervenne a Ismail Pascià da parte di Giuseppe Verdi a cui commissionò un inno per le celebrazioni, offrendo un compenso di 80.000 franchi, ma che il musicista rifiutò dicendo che non era sua abitudine scrivere musica d’occasione. Da notare tuttavia che successivamente, due anni dopo l’apertura del canale, Giuseppe Verdi compose l ‘ AIDA la cui marcia trionfale cantava “Gloria all’ Egitto, ad Iside, che il sacro suolo protegge, al Re, che il Delta regge, inni festosi alziamo” che ebbe la sua prima al teatro Chediviale dell’Opera de Il Cairo il 24.12.1871 come ultima eco dell’impresa dei costruttori della nuova era.

     Anche i tre fari sulle punte delle rive mediterranee non furono pronti per il 17 novembre.

     Fu una inaugurazione grandiosa a cui il viceré non badò certo a spese.

     Il Khedive’ d’ Egitto si presentò con il suo lussuoso yacht “Mahroussa” circondato da tutti i suoi ministri ed alti funzionari.

     Il 15 arrivò il “Grief” con a bordo l’imperatore d’ Austria.

     Il 16 era presente la nave del principe reale di Prussia.

   Lo stesso giorno arrivò l’”Aigle” con Napoleone III e l’imperatrice sua moglie che fu accolta da spari di cannone mentre un’orchestra intonava l’aria della Reine Hostensia l’inno nazionale della Francia che negli ultimi anni del Secondo Impero (1852-1870) sostituì la Marsigliese.

    Erano presenti 72 navi di stato. La squadra egiziana con 6 navi, la squadra francese con 6 navi, la squadra inglese con 12 navi, la squadra austriaca con 3 navi, la squadra della Confederazione della Germania del Nord con 5 navi, la squadra russa con 2 navi, la squadra dei Paesi Bassi con 2 navi, una svedese, una norvegese, una danese. Una nave portoghese arrivò con qualche giorno di ritardo. La nave italiana, comandata dal Duca d’ Aosta, dovette rientrare in Italia alla notizia di una malattia grave che aveva colpito il re Vittorio Emanuele II. In quell’ occasione il re convinto di trovarsi in punto di morte sposò Rosa Vercellana contessa di Mirafiori (la “Bella Rosina”); in realtà sopravvivrà ancora 9 anni fino al 1878.

     A queste navi di stato si aggiunsero vascelli e navi commerciali, tra cui 6 italiani, battenti diverse bandiere nazionali.

     In tutto all’ inaugurazione arrivarono 150 navi.

    Il governo egiziano aveva fatto veramente le cose in grande e con grande sfarzo. Aveva tra l’altro invitato 6.000 persone tra intellettuali, artisti, giornalisti, ingegneri, amministratori, politici. Uno sforzo organizzativo enorme che aveva previsto la presenza di 500 cuochi e 1.000 domestici fatti arrivare da Trieste, Genova, Livorno, Marsiglia.

    L’ evento si concluse nella notte con i fuochi d’ artificio. Fu tuttavia una notte difficile per il canale. La nave “Latif” sbagliò manovra ed andò ad arenarsi di traverso con gravi conseguenze sul movimento delle altre navi e con necessità di grandi e lunghi sforzi richiesti per ripristinare la regolarità della circolazione.

     Il 14 era arrivato de Lesseps con due dei suoi figli ed una giovane donna al suo fianco.

     Era Louise Helene Autard de Bragard, amica dell’imperatrice di Francia, più giovane di 43 anni di de Lesseps. Lui aveva 64 anni, lei 21.

     Emile Zola, corrispondente dall’ Egitto, scrisse su Le Figaro: “Il signor de Lesseps, dopo aver sposato il Mediterraneo ed il Mar Rosso, sta per sposarsi lui stesso”.

   Pochi giorni dopo il termine della cerimonia dell’inaugurazione, il 25 novembre de Lesseps e la giovane Helene si sposarono nella chiesa di San Francesco di Sales a Ismailia, città creata dal nulla in onore di Ismail Pascià localizzata sulla riva occidentale del canale a circa metà strada tra Porto Said e Suez.

    Lasciato l’Egitto si stabilirono nella tenuta della Chenaie e de Lesseps ebbe da Helene dodici figli, sei femmine e sei maschi. La sua vita non conosceva requie.

 

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