Il covid per me
20 febbraio 2020, giovedì, sono in ospedale per un controllo di routine, i medici sono tranquilli anche se al telegiornale hanno divulgato la notizia : a Wuhan in Cina è in atto una epidemia causata da un virus sconosciuto.
Anch’io sono tranquilla e fatalista, abbiamo già vissuto episodi simili : la mucca pazza, l’ebola , l’aids, la sars …..tutti terribili ma … lontani.
21 febbraio 2020, venerdì, il virus è in Italia, a Codogno.
23 febbraio 2020, domenica pomeriggio; siamo tutti in visita da mio figlio più grande che, conoscendo le nostre abitudini, ci riceve con una frase che non ammette repliche : - Oggi per favore , niente baci e abbracci! Avete sentito che cosa sta succedendo? Evitiamo! Ubbidienti condividiamo la merenda e le chiacchiere come di solito ma, al momento dei congedi, incrocio lo sguardo della mia consuocera che mi allarga le braccia ed io , di nascosto, l’abbraccio, la bacio e le chiedo scusa per averle regalato un genero così intransigente.
Poi ….. tutto precipita.
Chiudono le scuole, i negozi, le aziende, gli uffici pubblici, le banche, le chiese ….. restano aperti i generi di prima necessità e le farmacie. Non si esce di casa se non per procurarsi cibo e medicine; chi è avanti nell’età è sollecitato se possibile , a non avere contatti con nessuno. Il rumore del traffico, che prima mi impediva di tenere le finestre aperte, cessa di colpo e il silenzio è rotto solo dalle sirene delle ambulanze ….. tante. Quando la sirena si spegne sotto casa mi affaccio e vedo i volontari, vestiti come astronauti, che portano in ospedale dei vicini anziani; hanno contratto la malattia dalla loro badante, uno dei due non tornerà più.
Io, privilegiata , che non ho provato i disagi della guerra perché nata nel 1945 in un paese già libero, prendo atto che siamo in guerra contro un nemico invisibile e sconosciuto. Decido di combattere e lo faccio con le armi che ho: proibisco ai miei cari di venire da me; già devono fare lunghe code al supermercato per loro. Per uscire e andare a quello sotto casa, che è piccolo e non ha tanta affluenza, ho bisogno della mascherina ma le mascherine in farmacia sono esaurite allora me ne confeziono alcune con i ritagli delle vecchie camice, un po’ di elastico e come filtro un pezzetto di carta forno, meglio di niente ….. . Poi inizio una vita diversa: lunghe telefonate con parenti ed amici per spezzare la solitudine; imparo a gestire meglio le videochiamate così ogni sera mi vedo con i miei cari , ci scambiamo le considerazioni su quanto sta accadendo e commentiamo le notizie della TV.
Per sentirmi partecipe mi lascio coinvolgere nelle varie iniziative : l’applauso corale dai balconi al personale medico ed infermieristico, la radio accesa ad una certa ora che diffonde l’inno nazionale , il lume alle finestre per ricordare i defunti ……. Fra tanta tristezza e desolazione qualcosa però mi conforta: vedo crescere la solidarietà; i vicini di casa che mi telefonano: - Ti serve qualcosa? – oppure - Faccio uscire il cane, metti la spazzatura sullo zerbino, te la porto via io…….. Le poche persone che incontro quando esco mi salutano anche se non ci conosciamo e qualcuno dai balconi, al di là del corso, quando mi vede affacciata alza il braccio in segno di saluto. Questa è buona umanità e il sapere che esiste mi solleva dalla tristezza di aver visto partire davanti a casa un furgone funebre con i soli necrofori e nessuno ad accompagnare il defunto.
Adesso, dopo fasi alterne di miglioramenti e nuove cadute, sono arrivati i vaccini e forse ci stiamo avviando ad un ritorno alla normalità. Non mi illudo che si faccia tesoro di quello che abbiamo vissuto; quasi mai l’uomo ha imparato dai propri errori. Anziché esercitare la prudenza che è ancora richiesta, c’è chi si dispera e protesta perché non può prendere l’aperitivo o far tardi la sera a mangiare e bere con gli amici. Invece di pensare alle future generazioni , alla cura dell’ambiente, alla ricerca , tutte azioni atte a preservare l’umanità da nuove catastrofi, c’è la corsa ad accaparrarsi i fondi che i governi hanno stanziato per la ripresa. Là dove i vaccini hanno fatto il loro dovere si riaccendono i conflitti e si lanciano razzi e così si continuano a contare i morti. Tante paure, tante sofferenze, tante rinunce, tante vite sacrificate per nulla! ………. Peccato!
Maria Pia Rossi 8 novembre 2020
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